Dal 19 al 21 gennaio al Sanfelicinema

gennaioLocandina italiana Il premio

Venerdì 19
Sabato 20
Domenica 21

Ore 21.15 sempre,
Domenica anche ore 16.00

Commedia,
Italia, 2017
Di e con Alessandro Gassman.
E con Gigi Proietti, Rocco Papaleo, Anna Foglietta.
Durata: 1 ora e 40’.

Proietti padre e Gassman figlio dall’Italia alla Svezia per ritirare il Nobel.

LA CRITICA DEL FILM

Mettendo insieme il grande cinema d’autore con la commedia all’italiana, ovvero il Bergman de Il posto delle fragole con il Sordi/Verdone de In viaggio con papà, per la sua opera seconda (a cui bisognerebbe aggiungere anche la coregia, firmata con il padre Vittorio, di Di padre in figlio, 1982) Alessandro Gassman intraprende un vero e proprio viaggio sostenuto da una duplice direttrice, narrativa e autobiografica. Se infatti la costruzione drammaturgica è di matrice classica, laddove a ogni tappa corrisponde un episodio pronto a modificare i personaggi e le reciproche relazioni, nel loro percorso esistenziale si intravedono i riflessi delle persone che li animano. In particolare la figura del padre di Gassman, Vittorio, incarnata da un Gigi Proietti in grado di restituirne le spigolature e gli istrionismi, il cinismo e la generosità con misura e affettuosa attenzione. Quella di Vittorio/Giovanni Passamonte è dunque non solo la figura centrale de Il premio, ma anche una presenza/assenza che finisce per incidere nel bene e nel male sul film, e comunque profondamente sull’itinerario narrativo ed esistenziale dei protagonisti. Da un lato infatti lo Stationendrama costruito dalla sceneggiatura (firmata dallo stesso Gassman insieme a Massimiliano Bruno e Valter Lupo) appare prevedibile e con qualche evitabile cliché, dall’altro la regia trova la giusta misura dello sguardo con cui osservare se stesso e i propri personaggi. Come la duplice direttrice da cui è animato, Il premio ha una curiosa e intrigante ambivalenza che, se da una parte lo fa essere non del tutto risolto dal punto di vista espresso, dall’altra esprime tutta la sincera e vibrante necessità di un percorso di (ri)scoperta del Padre che è anche un tortuoso viaggio verso l’origine.
Francesco Crispino – www.saledellacomunita.it

Alla seconda regia di un lungometraggio di finzione dopo Razzabastarda, Alessandro Gassman decide di affrontare di petto quello che dev’essere stato uno dei temi portanti della sua esistenza: il rapporto con un padre ingombrante il cui talento e la cui notorietà erano destinati a schiacciare involontariamente quelli dei propri figli.(…) Il premio mette in scena il difficile rapporto padre e figli (che nel caso di Oreste si declina anche nei confronti del proprio figlio Andrea, interpretato con grande dolcezza da Marco Zitelli, noto nel mondo musicale come Wrongonyou) e quella compulsione a piazzarsi nel centro della scena che condanna gli artisti a confinare ai margini il resto del mondo, affetti compresi. Alessandro Gassman, insieme ai cosceneggiatori Massimiliano Bruno e Valter Lupo, decide di affrontare questi due argomenti in forma di commedia senza abbandonare il lato dark, al punto che la scena madre che prelude al finale si ispira ai drammi scandinavi alla Festen più che alla commedia dell’arte italiana.
Paola Casella – WWW.mymovies.it

Per raccontare questa storia che gli ronzava in testa da tempo e la cui positività vuole essere una reazione ai tempi aggressivi e arrabbiati in cui viviamo, Alessandro Gassman si è affidato alla formula del road movie, genere da noi poco frequentato, contaminandolo con l’amarezza e la comicità tipiche della commedia all’italiana. Una operazione lodevole e diretta con mano ferma e sicura, sia negli spazi ristretti dell’abitacolo dell’automobile con cui viaggiano i protagonisti, che nei paesaggi via via più aperti e liberatori che sono le tappe del loro viaggio. Suo anche il merito di aver voluto nel ruolo principale un grande attore, appartenente alla razza in via di estinzione dei mattatori, ingiustamente trascurato dal cinema. Non poteva essere che il grande Gigi Proietti, collega e amico di Vittorio Gassman, il protagonista di un film che rimanda alla figura del vero padre del regista, in un’opera di fantasia dove i riferimenti autobiografici sono abilmente sfumati. Vedere Proietti in un personaggio vero e con un intero arco narrativo a sua disposizione illuminare lo schermo col suo carisma, sempre giusto nei toni, spietato con gli altri e con se stesso, è una grande soddisfazione per chi lo ammira da sempre e si è augurato invano da tempo di trovarcelo non solo in veste di simpatico riempitivo. Tra le note positive del film, oltre alla bella fotografia e all’interessante colonna sonora, c’è ovviamente il cast molto affiatato: la versatile Anna Foglietta dipinge con acida vitalità una delle tipiche “eroine” dei nostri vacui tempi, una blogger intelligente, con una marea di followers ma con ideali piccoli ed egoisti. Rocco Papaleo è un segretario fedele dal linguaggio forbito, fedele e deferente come un maggiordomo al suo idolo ma capace di mandarlo a quel paese col diritto di un amico ormai membro di una famiglia allargata, con figli in tutto il mondo.
Daniela Catelli – www.coingsoon.it

Scritto dal regista insieme a Walter Lupo e Massimiliano Bruno, Il premio è un road movie che sa dosare con intelligenza dramma e commedia, anche grazie ad una felice direzione degli attori. Tutti in parte, con Gigi Proietti che finalmente si riconcilia con il grande schermo e si offre in una performance a tutto tondo, capace di miscelare l’altezzosità del genio con la sana passione per i piaceri della vita (droghe comprese). Egocentrico e cinico, Passamonte però nel corso del viaggio saprà reindirizzare le vite dei suoi figli, e dello stesso assistente personale. Caratteristica, quella della franchezza a volte scomoda, che lo stesso Gassman ha ricordato essere propria di suo padre Vittorio. Gigi Proietti non è lui, ma l’unico che forse era in grado di rievocarlo con quell’elegante disincanto e sempiterna classe. Aiutato, e non poco, anche da location suggestive e funzionali (l’Alto Adige, Copenaghen, il sud della Svezia), Il premio è senza dubbio un film godibile e consigliabile, dove l’ironia e la comicità di alcune situazioni non è mai forzata e, allo stesso tempo, l’evoluzione dei personaggi segue il naturale percorso della storia stessa.
Valerio Sammarco – www.cinematografo.it