Dal 15 al 18 febbraio al Sanfelicinema

FEBBRAioPoster Come un gatto in tangenziale

Giovedì 15
Venerdì 16
Sabato 17
Domenica 18

Ore 21.15 sempre,
Domenica anche ore 16.00

Commedia,
Italia 2018
Di Riccardo Milani.
Con Paola Cortellesi, Antonio Albanese, Sonia Bergamasco.

Durata: 1 ora e 38’.

Paola Cortellesi domina una “commedia all’italiana” davvero divertente. Non mancano i riferimenti alle  differenze sociali del nostro tempo.

LA CRITICA DEL FILM

Dopo la fruttuosa esperienza sul set di Mamma o papà? Paola Cortellesi e Antonio Albanese tornano a fare coppia nel nuovo film dello stesso regista di allora, Riccardo Milani, affrontando in forma di commedia alcuni tra i temi cruciali della società contemporanea: il problematico rapporto metropolitano tra il centro e la periferia, le contraddizioni di una certa intellighenzia che predica bene e razzola male, la sfiducia preventiva che le fasce meno abbienti della popolazione nutrono verso coloro che dovrebbero aiutarle a vivere meglio e con maggiore consapevolezza. Partendo da queste premesse, Come un gatto in tangenziale punta alla radiografia di un presente che, per guardare con più speranza al futuro, deve accettare di cambiare prospettiva e metodo, uscendo da una confortevole “zona protetta” per andare incontro all’”altro”. Un messaggio condivisibile e rassicurante, che il film di Milani persegue però con uno sviluppo narrativo altrettanto piatto e lineare: perfettamente riconoscibili, da parte del pubblico, nelle loro caratterizzazioni comiche, l’esperto di problemi complessi che tiene relazioni sul disagio delle periferie al Parlamento europeo e l’ex cassiera di supermercato che lavora saltuariamente in una mensa per anziani non deviano di un millimetro, nelle interpretazioni funzionali di Antonio Albanese e Paola Cortellesi, al compito richiesto loro dalla sceneggiatura. Riccardo Milani, insieme al team di sceneggiatori che comprende (oltre a se stesso) Paola Cortellesi, Giulia Calenda e Furio Andreotti, affronta quello che oggi è IL tema: ovvero l’incomunicabilità fra il centro e la periferia, fra un’alta borghesia intellettuale teoricamente illuminata spesso al vertice delle istituzioni e una piccolissima borghesia che di quelle stesse istituzioni non si fida per niente. È il divario al cuore del dibattito politico attuale, anche se parlare di dibattito è improprio, perché queste due categorie sociali nella realtà non comunicano proprio. Ed era dunque sacrosanto portare questo tema al cinema, meglio ancora se nella forma apparentemente rassicurante della commedia, poiché l’incomunicabilità sociale si presta da sempre ad una lettura (tragi)comica.
Paola Casella – www.mymovies.it

Da Benvenuto Presidente! il cinema di Riccardo Milani sta rivisitando, riaggiornandole, le forme della ‘commedia all’italiana’. E, da questo punto di vista, dopo l’esplosivo Mamma o papa?, Come un gatto in tangenziale appare come il suo risultato più compiuto. Ex-assistente di Monicelli, sembra prendere da lui quell’attenta osservazione della realtà e soprattutto la deformazione dei caratteri per alimentare il contrasto tra differenti classi sociali. C’è un ritorno sulle periferie dopo Corviale in Scusate se esisto! ma, ancora meglio che in quel film, lo sguardo sulla ‘quotidianità’ assume i toni della commedia ma è impietoso. La spiaggia di “Coccia di morto” dove sono tutti attaccati e bisogna fare file chilometriche al bar se non sei un boss. O al contrario, l’universo di sinistra radical chic a Capalbio, dove per raggiungere il mare bisogna fare chilometri ma poi lì c’è un silenzio assordante. E i quattro sceneggiatori (oltre al regista, anche la protagonista Paola Cortellesi, Furio Andreotti e Giulia Calenda, gli stessi di Scusate se esisto!) alimentano questo contrasto degli universi di Giovanni e Monica anche attraverso i suoni (il rumorosissimo Multiplex dove tutti mangiano e rispondono al telefono), colori (il mondo un po’ grigio dell’uomo, quello accesissimo della donna contornato anche da corpi ricoperti di tatuaggi), abitudini (gli odori dei vicini di casa di Monica, le cene a piedi nudi con discorsi ‘vuoti’ sull’arte degli amici di Giovanni). Ma soprattutto Come un gatto in tangenziale ha un gran ritmo. Che non cede mai. Che esplode nella scena del pranzo a casa di Monica dove arriva anche l’ex-marito Sergio (Claudio Amendola) che è stato in vacanza (sinonimo per dire al gabbio). Già il prologo del viaggio della famiglia a cui si è aggiunta Luce, completamente scissa tra la teoria e la pratica, crea quell’attesa che solo le commedie ben scritte e riuscite come questa riescono a fare. Ma poi lì c’è un equilibrio tra sguardi, gesti (Sergio che taglia il cocomero e arrivano i semi in faccia agli ospiti), dialoghi (“Te raccogli i fiori e l’altro pensa?”). Ed è un cinema che sembra molto vicino a Virzì. Come un gatto in tangenziale sembra quasi il Ferie d’agosto di Milani con accenni di Caterina va in città. Una commedia con due protagonisti come Antonio Albanese e Paola Cortellesi che hanno una tale sintonia tra loro che sembrano recitare ad occhi chiusi soprattutto dopo il precedente Mamma o papa?. …Un cinema dove finalmente c’è un’attenzione per ogni particolare. Per i personaggi secondari come le due zie Pamela e Sue Ellen come omaggio a Dallas, sempre sbracate sul divano e fans accanite di Franca Leosini e Storie maledette (che compare in una magica apparizione, un’altra delle fulminanti idee del film), e che ‘confondono’ i termini ‘rubare’ con ‘shopping compulsivo’. Un cinema di facce, un autobus di volti. Nella migliore eredità della ‘commedia all’italiana’.
Simone Emiliani – www.sentieriselvaggi.it

Arriva da un’esperienza personale di Riccardo Milani lo spunto per l’intreccio di Come un gatto in tangenziale: è stato anche lui un padre spiazzato e agghiacciato dalla cotta della figlia adolescente per un ragazzo di Bastogi. L’idea, sviluppata insieme a Paola Cortellesi, a Giulia Calenda e a Furio Andreotti, si è trasformata nell’occasione perfetta per raccontare due volti molto diversi della Capitale e della sua gente, e per servire su un piatto d’argento alla magnifica borgatara Cortellesi un ruolo molto bello e perfetto per esaltare le sue doti di attrice brillante. Non è da meno Albanese, più sotto le righe ma decisamente convincente nei panni di un uomo che, messo di fronte alla propria ipocrisia, si rivela disposto a sondare i propri limiti, a mettere in discussione se stesso e i suoi pregiudizi. Insieme ci portano dalle eleganti piazze del centro alla periferia dimenticata, dagli eleganti party estivi di Capalbio alla spiaggia fetida e affollata di Coccia de morto, raccontando distanze incolmabili, imbarazzi indicibili, e, forse, incontri possibili.
Alessia Starace – www.movieplayer.it

La carriera di Paola Cortellesi (al cinema) è cambiata nel 2014 con Scusate se esisto. Lì per la prima volta ha smesso di interpretare i ruoli delle commedie cui partecipava e ha cominciato ad interpretare ruoli che aveva scritto in prima persona. La differenza si è sentita immediatamente. (…) .
Da sempre interprete sveglia e ricettiva, capace di replicare se stessa solo raramente ma adattarsi ed evolversi, Paola Cortellesi è qui al quinto film con il marito Riccardo Milani. Una commedia che ha quella dote che hanno pochissime commedie italiane contemporanee: fa ridere. Da quando Paola Cortellesi ha iniziato a partecipare alle sceneggiature dei suoi film infatti finalmente si ride davvero. La risata è talmente rara in una commedia italiana, che questa “novità” è più clamorosa anche prima del fatto che sia una risata con un senso. (…) Conflitto di classe contemporaneo, storie di estremi che si toccano e di contaminazione tra centro e periferia. Quel che fa la differenza qui non è di certo l’impianto o l’audacia degli assunti, è semmai la maniera in cui attorno a questi due personaggi tipici del cinema italiano venga creato un mondo impeccabile. Con tantissimi comprimari che si avvicendano, Come un gatto In tangenziale crea una galleria di caratteristi comici fortissimi (il più debole è l’unico che non è un caratterista, Claudio Amendola) e a tratti proprio esilarante a partire da una coppia di zie gemelle, malate di shopping compulsivo, dotate di una comicità irresistibile mai vista prima, che viene anche solo dal tono di voce. Sono loro, i comprimari, ad animare tutto. In un film in cui i personaggi si scontrano a causa dei diversi mondi da cui provengono, proprio questi mondi sono la parte più interessante. Siamo di fronte ad un film indubbiamente piccolo, commedia realmente leggera e dalle ambizioni limitate, che tuttavia (anche per questo) le raggiunge e forse in certi momenti le supera.
Gabriele Niola – www.badtaste.it