Dal 15 al 18 marzo al Sanfelicinema

marzoLocandina italiana Tre manifesti a Ebbing, Missouri

Giovedì 15
Venerdì 16
Sabato 17
Domenica 18

Ore 21.15 sempre,
Domenica anche ore 16.00

Thriller,
USA/Gran Bretagna 2017
Di Martin McDonagh.
Con Frances McDormand, Woody Harrelson, Sam Rockwell.

Durata: 1 ora 55’

Grande interpretazione di Frances McDormand, donna arrabbiata con polizia e istituzioni che non riescono a trovare l’assassino della figlia.

LA CRITICA DEL FILM

Un film come “Tre manifesti a Ebbing, Missouri” si afferma come il vero manifesto programmatico di questi tempi. Quello strepitosamente scritto e diretto da Martin McDonagh è sic et simpliciter il film più bello dell’anno. Ma questo non basterebbe. È portatore di una “guerriera del quotidiano” (la grande Frances McDormand) e di una visione del mondo che, come dire, fotografano lo stato dell’Unione e indicano la strada.
Teresa Marchesi – www.huffingtonpost.it

Dopo “InBruges”, 2008 e “7 psicopatici”, 2012, il regista McDonagh, inglese di nascita, fa centro con un nuovo meccanismo all’insegna di una implacabile esattezza narrativa. Giustamente premiato a Venezia ’74 con il Leone per la migliore sceneggiatura, il film vive una messa in scena incalzante e piena di colpi di scena, cruda certamente e senza sconti, fatta di sussulti, crisi, ripensamenti. Nell’ottica di uno spiazzamento aspro e duro, cinico e forte ma non rassegnato al peggio. Clima da thriller con scene da psicodramma alla Tennessee Wiliams. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.
www.acec.it

Al suo terzo film, Martin McDonagh conferma una visibile impronta: infiltrare la tragedia dentro la commedia nera. Tre manifesti a Ebbing, Missouri sposa la pratica prediletta ma sposta più avanti la riflessione. La speculazione sale e progredisce, affondata nel Missouri, situato al centro degli States e rivelatore della crisi che scuote il Paese. Nello stato che non ha mai completato il percorso dallo schiavismo e genocidio delle origini al garantismo costituzionale e all’ideale pluralista multiculturale, l’autore svolge la storia di una madre che vuole giustizia. La pretende da poliziotti distratti, affaccendati a escludere gli omosessuali dalla protezione del “Civil Rights Act”, approvato nel 1965, o a “torturare persone di colore”. (…) Richiamati al loro dovere dai manifesti del titolo e dall’inconsolabile dolore di una madre, i cops adottano misure repressive, criminalizzando chi vuole soltanto giustizia.
Marzia Gandolfi – www.mymovies.it

Nick James ha scritto che i tre grandi cartelloni pubblicitari praticamente abbandonati, a cui Mildred decide di dare una seconda vita, sono perfetti per rappresentare le promesse mancate di un’America che ha smarrito se stessa, in un luogo, il Missouri, in cui dalla conquista del west a oggi sono cambiate davvero poche cose. (…) Ma più che un film sulle contraddizioni degli Stati Uniti, Tre manifesti sembra quasi indicare una possibile ancora di salvezza. Non si può dire che sia un film ottimista, ma forse suggerisce che invece di decidere chi siamo attraverso internet o la tv, faremo meglio a guardarci intorno, a interessarci di quello che succede alla porta accanto, al piano di sotto, nella strada di casa eccetera. E McDonagh suggerisce questo attraverso dei personaggi (almeno tre, a cui se ne aggiungerei personalmente un altro paio) eccezionali, tra l’altro interpretati da attori eccezionali.
Piero Zardo – Internazionale