Dal 31 maggio al 3 giugno al Sanfelicinema

maggio/giugnoLocandina italiana Cosa dirà la gente

Giovedì 31
Venerdì 1
Sabato 2
Domenica 3

Ore 21.15 sempre,
Domenica anche ore 16.00

Drammatico, Norvegia/Germania/Svezia 2018
Di Iram Haq.
Con Maria Mozhdah, Adil Hussain, Ekavali Khanna,

Durata: 1 ora e 46’.

Scontro fra generazioni, nazionalità, tradizioni in un racconto che ci porta dentro le vite non semplici dei giovani.

LA CRITICA DEL FILM

Il film mostra mostra l’educazione repressiva all’interno di una famiglia pakistana emigrata in Norvegia ai tempi d’oggi. Nisha (una bravissima ed emergente Maria Mozhdah) è una sedicenne che vive a Oslo che, come i suoi coetanei, studia, ascolta musica, manda messaggini con lo smartphone e si diverte a giocare a pallacanestro (…) Ma sarebbe sbagliato pensare all’ennesimo attacco contro chi ha una cultura diversa finalizzato a sottolinearne solo i tratti più che negativi. (…) È piuttosto il conformismo sociale a dettare l’agenda dei comportamenti nella comunità di immigrati pakistani ed è ad esso che il padre sente il dovere di aderire rischiando di giungere anche a situazioni estreme. La regista precisa che non tutto quello che accade alla protagonista è successo anche a lei ma la cronaca ogni tanto ci ricorda che episodi simili accadono e non hanno quasi mai un lieto fine. Il fatto che sia finalmente una donna che li trasforma in cinema ci dice anche che qualcosa sta finalmente cambiando. Ci vorrà tempo ma per tutte le Nisha, nonostante ciò che ci racconta la cronaca, c’è una speranza.
Giancarlo Zappoli – www.mymovies.it

Cosa dirà la gente è un film delicato, ben scritto e importante. Per la storia del film, ma anche per tutte noi, è importante che ad alzare la testa sia una ragazza, perché è sulle donne che storicamente hanno più pesato e pesano ancora pregiudizi, regole e forme di mortificazione.
Anna Bandettini – www.repubblica.it

Sebbene non sia, a oggi, quella numericamente più rilevante (superata da quella di paesi vicini come la Polonia, la Lituania o la Svezia, o di paesi che hanno vissuto crisi in anni più recenti come Somalia o Siria), l’immigrazione di origine pakistana in Norvegia lo è storicamente e culturalmente. E infatti, la cosiddetta seconda generazione pakistana, ovvero i figli di immigrati nati lì, torna a primeggiare anche dal punto di vista numerico su quella di qualunque altro paese, e si contano terze e perfino quarte generazioni. Storicamente perché l’ondata migratoria dal Pakistan alla Norvegia ha avuto inizio già alla fine degli anni Sessanta, ed è tutt’ora di notevole entità. Culturalmente perché, in tanti decenni, la minoranza pakistana è stata in grado di affermarsi senza timore a livello sociale e perfino politico, con numerosi artisti in vari campi, personaggi pubblici di varia natura e membri del parlamento norvegese che sono originari del paese asiatico. Ma dal punto di vista culturale va anche segnalato che, sebbene in Norvegia l’integrazione sia decisamente più avanzata che non in paesi che con i flussi migratori si stanno confrontando solo in questi anni, permangono problematiche legate alle inevitabili frizioni che si sono venute e si vengono a creare tra la cultura occidentale, (social)democratica e liberale del paese scandinavo, e quella musulmana e spesso conservatrice di chi proviene dal Pakistan. Frizioni che, a volte, creano pericolose scintille. Iram Haq, giovane regista e attrice norvegese sì ma di famiglia pakistana anche lei, ha scritto e diretto  questo film, a partire da fatti vissuti sulla sua stessa pelle (deportazione in Pakistan compresa).
Federico Gironi – www.comingsoon.it

Questa straziante vicenda, che palpita di attualità, è materia biografica della regista Iram Haq che in Cosa dirà la gente racconta l’odissea di una giovane (presunta) peccatrice che dalla Norvegia il padre riporta nel natìo Pakistan per farle ritrovare la retta via. Sarà peggio. Naturalmente la ragazza non dovrebbe scontare alcuna colpa: subisce un doppio fondamentalismo contro la donna e contro il sesso. Il film è classico, gronda di un melò vissuto giorno per giorno ma inquadra bene lo stato di estraneità che vive chi ha cambiato Paese, cultura e radici. Il rapporto col padre, grazie all’intenso Adil Hussain, è tra le cose felici del film che conta sulla verità quasi stupita della protagonista Maria Mohzdah, incredula di fronte alle sorprese del doppio bilancio degli affetti.
Maurizio Porro – www.corriere.it