PONTE DEGLI SPECCHIETTI n.26

Con il senno di poi

Quante volte abbiamo usato questa espressione dopo aver fatto una scelta o compiuto una azione. Nella Chiesa siamo abituati a riconoscere che con il senno di poi si poteva fare meglio, costruire meno, buttarsi in cose più essenziali. In ambiti educativi cattolici ci si è accorti dei grandi peccati compiuti e ora, con il senno di poi, ci si rende conto del male fatto. Un’autocritica analoga non si verifica spesso in campo partitico o giornalistico o nel mondo dello spettacolo e della cultura. Con il senno di poi non si sarebbero magari fatte determinate trasmissioni, esagerato nei toni o nelle polemiche. Spesso i processi di cui ci lamentiamo e che sono sotto gli occhi di tutti, devono pur aver avuto un padre e una madre! Nessuno sembra riconoscere che, con il senno di poi, si è sbagliato.

Occorre sempre riconoscere la buona fede con cui una persona o una agenzia religiosa fa le cose: si parla, ci si confronta e poi in coscienza si decide per il meglio. Da qui nasce l’apprezzamento di scelte fatte in anni precedenti, perché “dai loro frutti li riconoscerete”. Se invece ci fosse stata una mala fede pensata e non dichiarata, forse bisognerà pagare lo scotto vedendo i risultati: ma chi lo fa?

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PONTE DEGLI SPECCHIETTI n. 25

Siamo a metà

Siamo a metà della Quaresima, occasione di un piccolo “tagliando”. Sappiamo come a fronte di un impegno forte di partenza, ci possa essere un calo di attenzione nella preghiera o nella cura del “digiuno variegato” o in quella carità che passa dalle parole ai gesti. Siamo a metà con l’intento di riconoscere ciò che abbiamo iniziato di bello e riprenderci qualora ci fosse un piccolo abbassamento della tensione.

Sta concludendosi il percorso di coloro che si preparano al matrimonio cristiano con le 31 coppie coinvolte a livello cittadino. Siamo a metà degli incontri cittadini proposti sul tema della “Coscienza nell’era digitale” che si tengono nella parrocchia di Milano Due. Anche Jorida della parrocchia di santo Stefano è a metà del suo percorso quaresimale (“scrutini”) prima del battesimo che sarà celebrato il 14 aprile.

Bene: senza lascarci troppo andare, ricordiamo solo che abbiamo ancora davanti a noi… “l’altra metà” prima della Pasqua.

Peccato

Peccato che eravamo in pochi! Appropriata la presenza di Erica Tossani, martedì 5 marzo a San Felice. Più che la sua esperienza come operatore nella Caritas, Erica ha avuto il dono di essere una “facilitatrice” durante il Sinodo che il Papa ha indetto due anni fa e che ha visto, nello scorso ottobre, la sua penultima fase. Tutto quel lavoro sta tornando nelle Conferenze episcopali nazionali che, entro ottobre di quest’anno, dovranno far pervenire le loro considerazioni. Successivamente, l’anno 2025 con il Giubileo sarà un ulteriore trampolino affinché la Chiesa si affidi ancora di più al suo Signore e si metta con coraggio e semplicità nell’annuncio della vita nuova.

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PONTE DEGLI SPECHIETTI n. 24

Elezione del nuovo Consiglio Pastorale Parrocchiale

Domenica 26 maggio (a San Felice sarà il 2 giugno a causa della Prima comunione), in tutta la Diocesi verranno rinnovati il Consiglio Pastorale Parrocchiale (CPP) e il Consiglio per gli Affari Economici (CAE), che sono la concreta espressione della corresponsabilità di tutti i fedeli nella vita e nella missione della Chiesa. Il C.P.P. rimane in carica “solo” 4 anni e, ogni anno, sono previsti 5/6 incontri (uno insieme al CAE).

In questo mese di marzo invitiamo i parrocchiani a candidarsi o a segnalare persone ritenute idonee a svolgere questo servizio pastorale nella nostra Parrocchia. Ricordiamo che i candidati devono rappresentare tre fasce di età: da 30 a 50 anni; da 51 a 65; oltre i 65.  Ci auguriamo che molti di voi sentano il desiderio di partecipare attivamente alla vita della parrocchia e per questo vi ringraziamo in anticipo. Vi invitiamo quindi a compilare la specifica scheda ed a consegnarla in parrocchia entro domenica 17 marzo, nella cassetta della posta o nell’urna.

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PONTE DEGLI SPECCHIETTI n. 23

Croce o crocifisso

Avere una croce è diventato sinonimo di sofferenza e di forte problema. Talvolta si dice “È la mia croce da portare”, aggiungendo il verbo “portare” che rimanda alla via crucis di Gesù. Sappiamo che nella chiesa “è vietato” mettere solo la croce, a meno che non si faccia il rito della via crucis. Nelle chiese si mette la croce (di legno, ricoperta di argento o di oro o con altri materiali) insieme al crocifisso, la figura del corpo di Gesù, talvolta nella drammaticità dell’estremo dolore o con quegli occhi aperti e benevoli che possono essere solo del risorto. Emblematico è il crocifisso di san Damiano ad Assisi.

Molte croci stilizzate o di materiale prezioso si mettono al collo. Io personalmente tengo una croce di legno con una particolare forma che possiede contemporaneamente il segno del “capo reclinato” (quando mi si dice che “è storto”) e nello stesso tempo il segno del movimento e della vita di resurrezione.

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PONTE DEGLI SPECCHIETTI n. 22

L’apparizione della Madonna vicino a noi

Quasi nessuno sa che a Cernusco sul Naviglio, 100 anni fa è apparsa la Madonna con il bambino in braccio. Io sono tra coloro all’oscuro di questo evento. Ecco ciò che accadde in quell’anno quando per due volte la Madonna apparve ad una giovane suora ammalata. Suggeriamo di entrare nel sito “Cernusco insieme” e vedere il breve e simpatico filmato in lingua portoghese e con sottotitoli. Ecco qualche notizia dal sito delle suore Marcelline.

Nella casa natale dell’Istituto Marcelline (ora adibita a casa di riposo, di fronte al grande parcheggio nel centro del paese) c’era l’infermeria dell’Istituto. Era ricoverata una giovane suora, Suor Elisabetta, da due anni ammalata e ridotta quasi in fin di vita: paralizzata, cieca da un anno, minata da un male che non perdona.

La sera inoltrata del 6 gennaio 1924, le consorelle sentono la suora parlare ad alta voce. Pensano che sogni. Ma ella non dorme; sta conversando, come dirà la mattina dopo, con una «bella Signora» andata a visitarla. La «Signora» conforta la suora a ben soffrire per amore di Dio. Ispira tanta fiducia!  La Signora l’incoraggia: “Prega, confida e spera: tornerò dal 22 al 23”. Suor Elisabetta era cieca da più di un anno: come poteva «aver visto»? Si pensò ad un sogno.

Siamo alla notte dal 22 al 23 febbraio. Da quindici giorni la paralisi progressiva aveva tolto alla suora anche l’uso della parola, della deglutizione, delle membra, tanto che nessun movimento le era più possibile. Il Medico curante, nella mattina, aveva dichiarato: “È questione di ore; continuate a vegliarla”.

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PONTE DEGLI SPECCHIETTI n. 20

Quando tutto è complesso

Immagino: una situazione, lontano dall’Europa, in cui la comunità cristiana si trova ad essere minoritaria, senza poter accedere ai mezzi di stampa e senza particolari strutture su cui poggiare la propria opera.

Dopo la prima evangelizzazione avvenuta più di cento anni prima, il vescovo e i suoi pochi sacerdoti si trovano con una comunità piena di diversi soggetti: persone che vivono il battesimo con una vita animata dalla pregherà con i loro figli,  altre che vengono da matrimoni interrotti a causa della violenza del marito o a causa di un abbondono della donna; persone che vivono negli affetti omosessuali o che hanno dei figli con questa tendenza; famiglie in cui una figlia si è innamorata di un non cristiano; persone che nella vedovanza o nella solitudine hanno trovato una nuova primavera incontrando una persona senza nessuna fede; qualche sacerdote poi che vive con fatica la propria sessualità e altri che sono vivaci nella vita sacerdotale; persone che hanno problemi sul lavoro o hanno una disabilità in casa; persone straniere laureate e non, venute da lontano per motivo di lavoro.

Penso ad una comunità variegata da tanti punti di vita e che però sente forte l’attrazione per il Signore, per lo spezzare il pane e per l’ascolto del vangelo. A questo punto come si potrà muovere il vescovo con i suoi sacerdoti?

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PONTE DEGLI SPECCHIETTI n. 17

Il parroco non c’è per cinque giorni

È una fortuna avere avuto cinque giorni per stare in silenzio e dare spazio unicamente ad ascoltare la Parola di Dio, pregare e rivedersi alla luce di Colui che è passato dalla mia vita.

Arrivò così, in un certo modo, la richiesta di diventare sacerdote ed essere a servizio suo e della Chiesa. Come avviene in tutte le scelte fatte nella fede in Dio, non ci si può “accontentare” o credere che tutto sia a posto. C’è un continuo sviluppo e, molto spesso, l’arrivo di molte sorprese. Ecco che avere dei giorni per rivedersi alla luce della Parola di Dio è necessario, proprio in nome di quella antica chiamata.

Normalmente mi capita di andare da solo presso una comunità monastica che mi garantisce una seria preghiera liturgica, mentre mi faccio aiutare da un testo di qualche uomo o donna di Dio. Il silenzio poi… è silenzio.

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La Grangia di Monluè ringrazia San Felice

Grazie per il grandissimo sostegno che ci avete garantito anche in questo Natale. La Grangia può continuare ad accogliere rifugiati e profughi solo grazie alla sensibilità e generosità dei propri donatori.

 

PONTE DEGLI SPECCHIETTI N. 13

In questo numero diamo importanza al discorso fatto alla città dal Vescovo Mario il 6 dicembre in occasione della festa di sant’Ambrogio. Occasione per un pensiero rivolto alle autorità civiche. Il richiamo liturgico ha lasciato poi lo spazio ad altri momenti celebrativi quali, la Fiera degli Oh Bej! Oh Bej! e la Prima della Scala con le tradizioni e le polemiche di rito.

Segnaliamo l’introduzione e la conclusione del suo messaggio che invita alla fiducia a partire dalla figura di don Abbondio, invitando a leggere il testo o vedere il video attraverso il sito della diocesi. Ecco le parole del Vescovo Delpini.

 All’inizio

La mediocrità e la viltà possono essere giustificate e raccomandate come una forma di prudenza, come una pratica di realismo, come un consiglio per il quieto vivere.

La figura di don Abbondio nel romanzo I promessi sposi, nel dialogo imbarazzante con il cardinal Federigo, giustifica il proprio comportamento nell’esercizio del suo ministero di parroco e nella sua responsabilità pubblica: «Torno a dire, monsignore rispose adunque che avrò torto io… Il coraggio, uno non se lo può dare».

Noi celebriamo la festa di sant’Ambrogio, patrono della Chiesa Ambrosiana, della città di Milano e della Regione Lombardia, e considerando la sua vita cerchiamo ispirazione per reagire alla mediocrità e alla rassegnazione.

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PONTE DEGLI SPECCHIETTI N. 12

Un anno fa

Era il 4 dicembre 2022 quando il “Ponte degli specchietti” si presentava. Il foglio nasceva (dal passaggio) dall’accorpamento di due precedenti informatori parrocchiali: a santo Stefano il “Verso Emmaus” e a San Felice l’informatore “Insieme”. Dovendo essere il parroco di tutti (insieme agli altri sacerdoti) e comunicare con le tre parrocchie, unite da un ponte, è partita l’idea di fare del Ponte il senso del collegamento. Non siamo ai livelli dei giornali locali ma normalmente stampiamo 230 fogli a santo Stefano, 70 a San Felice, 30 a Novegro, sapendo che molti lo leggono dal sito o dai social.

Siamo al primo compleanno dopo che si è cercato di offrire, di settimana in settimana, pensieri, riflessioni oltre che la segnalazione di iniziative e proposte. Nessuna pretesa se non quella di aiutare nella vita dello Spirito dei parrocchiani.

Capita quasi sempre che l’informatore settimanale nasca a partire da un fatto o da una circostanza liturgica o a partire dal calendario, ma anche da una illuminante intuizione.

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