PONTE DEGLI SPECCHIETTI N. 13

In questo numero diamo importanza al discorso fatto alla città dal Vescovo Mario il 6 dicembre in occasione della festa di sant’Ambrogio. Occasione per un pensiero rivolto alle autorità civiche. Il richiamo liturgico ha lasciato poi lo spazio ad altri momenti celebrativi quali, la Fiera degli Oh Bej! Oh Bej! e la Prima della Scala con le tradizioni e le polemiche di rito.

Segnaliamo l’introduzione e la conclusione del suo messaggio che invita alla fiducia a partire dalla figura di don Abbondio, invitando a leggere il testo o vedere il video attraverso il sito della diocesi. Ecco le parole del Vescovo Delpini.

 All’inizio

La mediocrità e la viltà possono essere giustificate e raccomandate come una forma di prudenza, come una pratica di realismo, come un consiglio per il quieto vivere.

La figura di don Abbondio nel romanzo I promessi sposi, nel dialogo imbarazzante con il cardinal Federigo, giustifica il proprio comportamento nell’esercizio del suo ministero di parroco e nella sua responsabilità pubblica: «Torno a dire, monsignore rispose adunque che avrò torto io… Il coraggio, uno non se lo può dare».

Noi celebriamo la festa di sant’Ambrogio, patrono della Chiesa Ambrosiana, della città di Milano e della Regione Lombardia, e considerando la sua vita cerchiamo ispirazione per reagire alla mediocrità e alla rassegnazione.

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PONTE DEGLI SPECCHIETTI N. 12

Un anno fa

Era il 4 dicembre 2022 quando il “Ponte degli specchietti” si presentava. Il foglio nasceva (dal passaggio) dall’accorpamento di due precedenti informatori parrocchiali: a santo Stefano il “Verso Emmaus” e a San Felice l’informatore “Insieme”. Dovendo essere il parroco di tutti (insieme agli altri sacerdoti) e comunicare con le tre parrocchie, unite da un ponte, è partita l’idea di fare del Ponte il senso del collegamento. Non siamo ai livelli dei giornali locali ma normalmente stampiamo 230 fogli a santo Stefano, 70 a San Felice, 30 a Novegro, sapendo che molti lo leggono dal sito o dai social.

Siamo al primo compleanno dopo che si è cercato di offrire, di settimana in settimana, pensieri, riflessioni oltre che la segnalazione di iniziative e proposte. Nessuna pretesa se non quella di aiutare nella vita dello Spirito dei parrocchiani.

Capita quasi sempre che l’informatore settimanale nasca a partire da un fatto o da una circostanza liturgica o a partire dal calendario, ma anche da una illuminante intuizione.

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PONTI DEGLI SPECCHIETTI N.11

“La prenotazione” dell’Avvento

Ormai ci siamo allineati con tutta la Chiesa nel vivere l’Avvento e così possiamo usare il famoso calendario che molti Centri commerciali offrono in chiave dolciaria.

Domanda: “Ma se Gesù è venuto perché attenderlo ancora? So che c’è il presepio a ricordarmelo…”. Qualcuno potrebbe ragionare così e riconoscere che in fondo è solo aleatorio l’avvento e che non c’entra con me sapendo… che chi si attende è già venuto! Non si può incontrare una persona che rimane nei tempi antichi. Ma se Gesù può essere incontrato, si dovrebbe dire: “Mi piacerebbe incontrarlo, allora!”.

Si dovrebbe fare come succede per un teatro, un cinema, un concerto o una partita allo stadio: “la prenotazione”. Di fatto con una prenotazione siamo sicuri del posto con tanto di numero e di fila! In fondo l’Avvento, come desiderio di incontrare Lui di cui so della sua presenza, è come una prenotazione.

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PONTE DEGLI SPECCHIETTI N.10

Una pillola d’avvento

Immagino i secoli in cui i profeti iniziarono a parlare dell’avvento del Messia. Qualcuno avrà detto: “Sarà, ma quando?”. Intanto passavano i mesi, gli anni e del Messia… nessun segno. “Forse il profeta diceva questo per consolare la popolazione”, “Forse era un modo di dire”. Di fatto, quelli che aspettavano il Messia saranno stati quattro gatti che, nel corso della storia, credettero all’attesa.
Poi arrivò uno che sbaragliò il campo, dichiarandosi il Messia.

Oggi si dice ancora che “ci sarà il ritorno del Signore, ma… chi ci crede sul serio?”, “Forse è un modo di dire… sì ma quando?”: forse lo stesso atteggiamento e le stesse frasi nei secoli antichi. Eppure dovremmo essere più preparati perché quelle promesse furono mantenute in Gesù. Abbiamo un aiutino perché il suo venire è quotidiano, pur nascosto nei segni del pane e della sua Parola. Ma forse dovremmo dare credito a ciò che disse un giorno: “Quando tornerò vi prenderò con me perché siate dove sono io”.

Più che un profeta conta quello che Lui da risorto ha promesso! E allora: “Aspettiamo il tuo ritorno in modo gioioso e sereno”.
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PONTE DEGLI SPECCHIETTI N. 9

L’Avvento

È vero che l’anno liturgico inizia il 12 novembre, ma più correttamente l’inizio è il 31 marzo, giorno della Pasqua. Da lì noi iniziamo la vita nuova che si sviluppa tra i giorni, i mesi e gli anni.

Ci rendiamo conto che il termine “avvento” ha sbiadito la sua specificità cristiana. I più piccoli conoscono questa parola dal “calendario dell’avvento” abbinato ai cioccolatini. Si inizia di solito ai primi di dicembre ad aprire giornalmente la finestrella, dal momento che sono quattro le settimane prima di Natale così come sono quattro le candele della famosa corona. Di fatto, potremmo dire: “Avvento = finestrella”

Noi di rito ambrosiano possiamo liberarci da questo vincolo dolciario per il fatto… che iniziamo prima: per noi sono sei le settimane (a partire dal 12 novembre), come sei sono le settimane della Quaresima che portano a Pasqua. Questo ci permette di recuperare il valore cristiano della parola Avvento non collegandola solamente al conto alla rovescia per arrivare al 25 dicembre ma ad una altra dimensione.

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PONTE DEGLI SPECCHIETTI N. 8

Quando il prete non arriva

“Il prete è ammalato e non può dire la messa”, “Il missionario è bloccato in strada a causa del maltempo”, “Il prete non potrà venire oggi”. Immagino che frasi del genere si sentano in varie parti del mondo o potrebbero sentirsi in futuro.
Sabato 28 ottobre è capitato che, per un problema di comunicazione di cui mi scuso, non sia arrivato il sacerdote per la Messa delle 18 a santo Stefano. Sono stato avvisato mentre tornavamo dal pellegrinaggio in Umbria. Approfitto di questo inconveniente perché predisporremo un “Prontuario” da seguire nel caso un problema simile possa di nuovo capitare.
Lo schema potrebbe avere questo ordine: “Il segno di croce, l’eventuale canto e un’ orazione, a seguire la liturgia della Parola con le letture della domenica; si valorizzerà il silenzio dove ognuno “rifletterà sulla Parola di Dio”, da battezzato, cercando di cogliere il valore di una parola, di un verbo o di un aggettivo; si riprenderà con un canto e poi con la preghiera dei fedeli a cui, si potrebbe aggiungere una preghiera libera in base alla lettura fatta; infine si reciterà il Padre Nostro e la distribuzione dell’ Eucarestia (quella conservata nel tabernacolo) con il silenzio e un canto di ringraziamento; il segno di croce e il saluto “Andiamo in pace” scioglierà l’assemblea.

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PONTE DEGLI SPECCHIETTI N.7

Una Giornata di sole

Così si presentava il mattino e il pomeriggio di domenica 22 ottobre, dopo le nuvole dei giorni precedenti. Nella giornata era prevista una celebrazione eucaristica, tra le sette comunità di Segrate. Non particolari effetti speciali, non intrattenimenti folkloristi, non accattivanti attrazioni: solo una semplice Messa!  Certo, una Messa all’aperto con un bel sole tra persone che non si conoscevano ma che abitano nei quartieri della città; certo una cura impegnata del canto e della musica che ha fatto incontrare le persone per diverse prove; certo una cura in qualche accorgimento simbolico a partire dallo slogan che il Papa aveva offerto per la Giornata missionaria: “Cuori ardenti, piedi in cammino”. Una semplice Messa, dicevo, con la Parola che entra tra un movimento di danza e un corale canto dell’Alleluia; le semplici ma incisive parole di padre Marcello, responsabile dell’Associazione Pane quotidiano dei Cappuccini di viale Piave.

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PONTE DEGLI SPECCHIETTI N.6

…e la strada continua

Chi leggerà questo foglio probabilmente parteciperà alla Messa del 22 ottobre delle ore 16 a santo Stefano, quella celebrazione nella giornata missionaria, che ha come sotto titolo “… e la strada continua…”. Questa frase vuole riprendere ciò che è stato detto e fatto nei tre anni precedenti in quella che abbiamo chiamato “Mission Segrate”. Non insisto su questa frase perché tanto è stato detto. Solo che per sottolineare che “… la strada continua…”.

Anche per chi non potrà partecipare alla Messa del 22 ottobre, resterà questo ritornello dove mettere sé stessi e la comunità cristiana in cui si vive: appunto “..e la strada continua”.

Domenica 22 ottobre è la giornata mondiale missionaria e domenica del “mandato missionario”, quasi a riconoscere un appello che il Buon Dio ci rivolge: “Mi volete dare una mano perché arrivi ad ogni persona il mio amore?”.
Certo terra del martoriato Medioriente o dell’Ucraina, terra del Sud Sudan o del Niger, terra di Etiopia o di Siria, terra dell’occidente alle prese con attentati e violenze domestiche o le ingarbugliate relazioni familiari.

È opportuno riprendere qualche capoverso del messaggio del Papa di quest’anno che “calza a pennello” per le parrocchie di Segrate, ritrovando gli amici di Emmaus a cui papa Francesco fa riferimento. Ecco lo slogan: “Cuori ardenti, piedi in cammino”.

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