PONTE DEGLI SPECCHIETTI n. 22

L’apparizione della Madonna vicino a noi

Quasi nessuno sa che a Cernusco sul Naviglio, 100 anni fa è apparsa la Madonna con il bambino in braccio. Io sono tra coloro all’oscuro di questo evento. Ecco ciò che accadde in quell’anno quando per due volte la Madonna apparve ad una giovane suora ammalata. Suggeriamo di entrare nel sito “Cernusco insieme” e vedere il breve e simpatico filmato in lingua portoghese e con sottotitoli. Ecco qualche notizia dal sito delle suore Marcelline.

Nella casa natale dell’Istituto Marcelline (ora adibita a casa di riposo, di fronte al grande parcheggio nel centro del paese) c’era l’infermeria dell’Istituto. Era ricoverata una giovane suora, Suor Elisabetta, da due anni ammalata e ridotta quasi in fin di vita: paralizzata, cieca da un anno, minata da un male che non perdona.

La sera inoltrata del 6 gennaio 1924, le consorelle sentono la suora parlare ad alta voce. Pensano che sogni. Ma ella non dorme; sta conversando, come dirà la mattina dopo, con una «bella Signora» andata a visitarla. La «Signora» conforta la suora a ben soffrire per amore di Dio. Ispira tanta fiducia!  La Signora l’incoraggia: “Prega, confida e spera: tornerò dal 22 al 23”. Suor Elisabetta era cieca da più di un anno: come poteva «aver visto»? Si pensò ad un sogno.

Siamo alla notte dal 22 al 23 febbraio. Da quindici giorni la paralisi progressiva aveva tolto alla suora anche l’uso della parola, della deglutizione, delle membra, tanto che nessun movimento le era più possibile. Il Medico curante, nella mattina, aveva dichiarato: “È questione di ore; continuate a vegliarla”.

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PONTI DEGLI SPECCHIETTI n. 21

Il vescovo scrive: “noi cattolici siamo originali”

Siamo originali: mentre la tendenza diffusa è cercare di evitare responsabilità e fastidi, ci facciamo avanti per assumere responsabilità. Sentiamo la bellezza e il dovere di essere là dove la Chiesa decide le vie della missione e il volto della comunione. Perciò rinnoviamo i consigli pastorali delle Comunità Pastorali e delle parrocchie, perciò diamo vita alle Assemblee Sinodali Decanali.

Noi cattolici siamo originali: se l’individualismo dominante induce ad avvicinarsi alle istituzioni ecclesiali e civili con la pretesa di essere serviti, lo Spirito di Dio ci convince a mettersi a servizio e a renderci disponibili per far funzionare i Consigli Pastorali per contribuire a definire come la comunità cristiana di cui ci sentiamo pietre vive sia chiamata a mettersi a servizio della gente.

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PONTE DEGLI SPECCHIETTI n. 20

Quando tutto è complesso

Immagino: una situazione, lontano dall’Europa, in cui la comunità cristiana si trova ad essere minoritaria, senza poter accedere ai mezzi di stampa e senza particolari strutture su cui poggiare la propria opera.

Dopo la prima evangelizzazione avvenuta più di cento anni prima, il vescovo e i suoi pochi sacerdoti si trovano con una comunità piena di diversi soggetti: persone che vivono il battesimo con una vita animata dalla pregherà con i loro figli,  altre che vengono da matrimoni interrotti a causa della violenza del marito o a causa di un abbondono della donna; persone che vivono negli affetti omosessuali o che hanno dei figli con questa tendenza; famiglie in cui una figlia si è innamorata di un non cristiano; persone che nella vedovanza o nella solitudine hanno trovato una nuova primavera incontrando una persona senza nessuna fede; qualche sacerdote poi che vive con fatica la propria sessualità e altri che sono vivaci nella vita sacerdotale; persone che hanno problemi sul lavoro o hanno una disabilità in casa; persone straniere laureate e non, venute da lontano per motivo di lavoro.

Penso ad una comunità variegata da tanti punti di vita e che però sente forte l’attrazione per il Signore, per lo spezzare il pane e per l’ascolto del vangelo. A questo punto come si potrà muovere il vescovo con i suoi sacerdoti?

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PONTE DEGLI SPECCHIETTI n.19

“Non si chiede l’età”

Questa espressione si usa quando si è davanti alle signore e, si dice, che “non sia da galateo” chiedere di guardare la carta d’identità. Nel 2021 nella chiesa di santo Stefano, quasi per caso, si è iniziato a parlare dei “quarantenni”, un periodo della vita molto delicato e importante. Sono particolari le caratteristiche di questa età (per molti motivi che qui non ricordiamo) anche dal punto di vista della fede e del legame con Dio.

È iniziato così un gruppo indicato con questa denominazione: “35-50” che, oltre a mettere insieme questa fascia di età, ha avuto come intento quello di accogliere quanti si accostano alla comunità cristiana vuoi per il catechismo dei figli o vuoi perché da poco trasferiti in città.

Ci si trova alla domenica ogni quindici giorni dopo la messa vespertina, talvolta solo per l’incontro e lo scambio, a volte accompagnato dalla cena, dove sono coinvolti anche gli eventuali figli. C’è stato un filo conduttore negli incontri dello scorso anno: attualmente si sta approfondendo la tematica dei “Vizi capitali”. Coloro che sono legati a questo gruppo sono 43 e la presenza agli incontri coinvolge sempre una trentina di persone, alcune di loro con i rispettivi mariti o mogli, altri no. A breve verrà messo un link sul sito sia di santo Stefano che di San Felice per indicare questa possibilità di contatto.
Si è fatta questa premessa per segnalare l’inizio di un gruppo nuovo.

I cinquantenni

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PONTE DEGLI SPECCHIETTI n. 18

Una storica annata: 83 e 80

Le persone battezzate nel corso del 2023 nella parrocchia di santo Stefano sono state 83, di cui una persona adulta. È particolare questo numero se paragonato al numero delle persone di cui si è celebrato il funerale: 80. Un leggero segno positivo mettendo vicino coloro che sono passati in Dio con la morte e le famiglie che hanno chiesto il battesimo per i loro piccoli. Con i nuovi insediamenti, diverse famiglie sono arrivate in città, contribuendo a questo “quasi storico” confronto di numeri. Una interessante constatazione.

Qualcuno potrebbe dire: “Sono tutte famiglie che vivono la fede?”. Prima di ogni giudizio sta la sorpresa di queste numerose richieste e la motivazione, che varia da famiglia a famiglia.

In maniera simpatica lascio spesso una battuta: “Se non ci fosse stato il piccolo o la piccola da battezzare, non ci saremmo conosciuti, vero?”. Normalmente la gente sorride per indicare una certa “elasticità” nel rapporto con la parrocchia. Sta di fatto che la consapevolezza iniziale della scelta è diversificata, come se si avvertisse qualche cosa di importante senza trovare parole o spiegazioni precise.

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PONTE DEGLI SPECCHIETTI n. 17

Il parroco non c’è per cinque giorni

È una fortuna avere avuto cinque giorni per stare in silenzio e dare spazio unicamente ad ascoltare la Parola di Dio, pregare e rivedersi alla luce di Colui che è passato dalla mia vita.

Arrivò così, in un certo modo, la richiesta di diventare sacerdote ed essere a servizio suo e della Chiesa. Come avviene in tutte le scelte fatte nella fede in Dio, non ci si può “accontentare” o credere che tutto sia a posto. C’è un continuo sviluppo e, molto spesso, l’arrivo di molte sorprese. Ecco che avere dei giorni per rivedersi alla luce della Parola di Dio è necessario, proprio in nome di quella antica chiamata.

Normalmente mi capita di andare da solo presso una comunità monastica che mi garantisce una seria preghiera liturgica, mentre mi faccio aiutare da un testo di qualche uomo o donna di Dio. Il silenzio poi… è silenzio.

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La Grangia di Monluè ringrazia San Felice

Grazie per il grandissimo sostegno che ci avete garantito anche in questo Natale. La Grangia può continuare ad accogliere rifugiati e profughi solo grazie alla sensibilità e generosità dei propri donatori.

 

PONTE DEGLI SPECCHIETTI n. 16

Una festa di luce

Festa della luce prima ancora di chiusura popolare delle feste natalizie, presa dal detto: “L’Epifania tutte le feste si porta via”.

Tutto è racchiuso in due versetti del vangelo di Matteo: “Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra”. Quella luce di una stella, offuscata sulla citta di Gerusalemme, ci riporta alla notte quando i pastori “furono avvolti di luce”. Anche i pastori si ritrovano in due versetti nel vangelo di Luca: “Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro”. In quattro righe tutto il mistero, nella essenzialità di quella storia, molto diversa da ciò che il Natale è diventato nel bene e nel male.

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PONTE DEGLI SPECCHIETTI n. 15

“Facciamo una preghierina?”

Davanti al presepio è normale fermarsi e ammirare. Si guarda come è fatto, il materiale scelto, l’ambientazione, la disposizione delle statuine, il movimento delle luci, il bianco delle stradine e il verde del muschio.

Ci si ferma davanti alla natività, da una parte la Madonna e dall’altra Giuseppe, poco dietro la mangiatoia con il bue e l’asino. Ci si accorge della stella cometa e, in lontananza dei magi; gli angeli hanno un loro posto per quella voce che, insieme alla luce, resero viva quella notte; e poi le pecore con il famoso “pastore dormiente”. Qualche volta si trova in lontananza il palazzo di Erode con le guardie. Il bambino verrà messo nei presepi delle chiese e delle case la notte di Natale così che si completa la scena.

La tradizione ha infine creato una infinita serie di personaggi con i loro diversi lavori, quasi a voler mettere “il mondo” attorno a quel bambino. Il presepio segue determinati canoni a cui tutti ci atteniamo e che unisce stili e creatività.

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PONTE DEGLI SPECCHIETTI N. 14

Meno nove

Tra una settimana circa celebriamo la Nascita di Gesù a Betlemme. Sappiamo che non è il giorno esatto ma sappiamo con certezza… che è nato il Figlio di Dio che ha voluto essere umano fino in fondo. Questa prossima settimana (parliamo tradizionalmente di nove giorni) porta ad essere attenti in modo particolare al presepio, “invenzione” di san Francesco proprio 800 anni fa a Greggio. Anche la liturgia cambia il registro delle sue proposte: sarà la storia della regina Ester ad accompagnare i giorni feriali, mentre i testi del vangelo sono di Luca e Matteo con i cosiddetti “vangeli dell’infanzia” nel primo e secondo capitolo dei due evangelisti. Inoltre un occhio alle cosiddette “antifone del O” perché iniziano sempre così la lettera O e ci recitano al vespero nel momento battesimale. (tra l’altro saranno il filo conduttore della novena che viene fatta per i ragazzi ogni giorno alle ore 17). Un ultimo occhio bisognerà darlo al versetto dell’Alleluia.

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RIAPRE “il PONTE DEGLI SPECCHIETTI” N. 1

Non è ancora passato un anno da quando prese posizione, sulla carta, “Il ponte degli specchietti”. Il primo numero fu stampato il 4 dicembre 2022. Quel passaggio nevralgico tra due zone della città, famoso un tempo per la sua ristrettezza, causa del toccarsi delle macchine, è diventato anche “testata” di un foglio che unisce la parrocchia di santo Stefano con la parrocchia dei santi Carlo e Anna nel quartiere San Felice e la parrocchia di sant’Alberto Magno nel quartiere di Novegro. Così citati, diamo valore ai nostri Santi oltre che a tre dei quartieri di cui Segrate è costituita. Concretamente è il segno di un passaggio tra le parrocchie che le macchine dei preti percorrono o percorreranno spesso. Quelle arcate preparano… il nostro incontrarci!

Riapriamo così “Il ponte degli specchietti” con le novità che abbiamo già anticipato: l’arrivo di don Felice Terreni che risiederà a San Felice (la casualità di un nome!) e l’arrivo di Graziella Colombo, missionaria laica saveriana in Brasile per venticinque anni che, per alcuni giorni alla settimana, abitando a San Felice, sarà presente a Novegro. Così, insieme al sottoscritto, che rimane parroco delle tre parrocchie, a don Mauro che seguirà i ragazzi, insieme al diacono Dario che collabora per Novegro, iniziamo un anno nuovo. Certo non potremo fare nulla senza la presenza di molte persone laiche che tengono attiva ogni specifica parrocchia con il loro disponibile e, spesso, silenzioso lavoro!

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