Dal 19 al 22 ottobre al Sanfelicinema

ottobre

Giovedì 19Locandina L'ordine delle cose
Venerdì 20
Sabato 21
Domenica 22

Ore 21.15 sempre,
Domenica anche ore 16.00

Drammatico,
Italia/Francia/Tunisia 2017
Di Andrea Segre.
Con Paolo Pierobon, Giuseppe Battiston, Valentina Carnelutti.
Durata: 1 ora e 52’.

La missione di un alto funzionario del ministero degli Interni che cerca di trovare una soluzione al problema dei migranti. Attualissimo e coinvolgente.

LA CRITICA DEL FILM

Segre sceglie (…) un (…) registro, più in sintonia con le sue origini da documentarista: uno stile lineare, quasi scabro nella sua essenzialità, ma efficacissimo per spiegare i fatti. (…) Un caso come ce ne sono tanti, che costringe il funzionario italiano a fare i conti con la disumanità delle regole e l’impotenza dei singoli e che il film racconta con una lucidità cartesiana, quella di un regista che cerca con coraggio e onestà di non confondere mai i due piani, quello della politica e quello dell’accoglienza, ma che non vuole neppure privilegiarne uno a scapito dell’altro.
Paolo Mereghetti – Corriere della Sera

Gli avvenimenti delle ultime settimane hanno reso ancor più attuale il film di Andrea Segre, ‘recuperato’ come evento speciale dalla selezione veneziana. Per fortuna: perché si tratta di un film bello e importante, che parla di migranti, profughi e hotspot in maniera precisa, emozionante, senza retorica e senza colpi bassi, costruendo sapientemente una vicenda ma dimostrando soprattutto che, al di là della cronaca, il cinema di finzione può avere i mezzi per andare in profondità, per cercare il filo di un discorso intrecciando vicende individuali e collettive. (…) Segre aveva già raccontato personaggi di immigrati in due lungometraggi di finzione, ‘lo sono Li’ e ‘La prima neve’, ma questo è il suo film migliore. La morale non è consolatoria, i dilemmi e il contesto vengono spiegati in maniera non semplicistica. Il protagonista, ben interpretato da Paolo Pierobon, i suoi andirivieni con la Libia (ricostruita per lo più in Sicilia e in parte in Tunisia ), sono raccontati con credibilità, e la regia rende visibile la sua crisi personale inserendolo in inquadrature eleganti, composte, che vengono poi incrinate leggermente con l’uso della macchina a mano. Come accompagnando il vacillare del protagonista e delle sue certezze.
Emiliano Morreale – La Repubblica

Come tutti i film di questo giovane ma già estremamente rigoroso cineasta anche ‘L’ordine delle cose’ mescola documentario etnografico (ma attenzione: Segre osserva la vita italiana gelidamente altolocata di Rinaldi con addirittura più intensità rispetto alle sue missioni all’estero). I soldi sono al centro di tutto, nella Padova del poliziotto (dove in passato bastava pagare per avere una statua in città) come in quella nazione africana nostra ex colonia dove Rinaldi percepisce una serpeggiante diffidenza nei nostri confronti (…). Pierobon, reduce da una grande prova come Berlusconi nella serie tv ‘1993’, conferma di essere un attore di grande classe. E il film non è da meno.
Francesco Alò- Il Messaggero