PONTE DEGLI SPECCHIETTI n.26

Con il senno di poi

Quante volte abbiamo usato questa espressione dopo aver fatto una scelta o compiuto una azione. Nella Chiesa siamo abituati a riconoscere che con il senno di poi si poteva fare meglio, costruire meno, buttarsi in cose più essenziali. In ambiti educativi cattolici ci si è accorti dei grandi peccati compiuti e ora, con il senno di poi, ci si rende conto del male fatto. Un’autocritica analoga non si verifica spesso in campo partitico o giornalistico o nel mondo dello spettacolo e della cultura. Con il senno di poi non si sarebbero magari fatte determinate trasmissioni, esagerato nei toni o nelle polemiche. Spesso i processi di cui ci lamentiamo e che sono sotto gli occhi di tutti, devono pur aver avuto un padre e una madre! Nessuno sembra riconoscere che, con il senno di poi, si è sbagliato.

Occorre sempre riconoscere la buona fede con cui una persona o una agenzia religiosa fa le cose: si parla, ci si confronta e poi in coscienza si decide per il meglio. Da qui nasce l’apprezzamento di scelte fatte in anni precedenti, perché “dai loro frutti li riconoscerete”. Se invece ci fosse stata una mala fede pensata e non dichiarata, forse bisognerà pagare lo scotto vedendo i risultati: ma chi lo fa?

20240317-il-ponte-degli-specchietti